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Benvenuti a tutti!
Nell'ultimo incontro eravamo arrivati
al capitolo 9, dove si parla del cieco nato. Anche nei sinottici
di Matteo, Marco e Luca ci sono guarigioni di ciechi, certo
che ci sono. Però, se proprio volete cogliere una differenza
molto importante, in nessun altro vangelo c'è
la guarigione di un cieco nato.
Nel vangelo di Giovanni c'è
soltanto una guarigione di un cieco, ed è il sesto
dei sette segni di questo vangelo (l'ultimo segno che
ancora vedremo nell'11° capitolo è il risveglio
di Lazzaro). I miracoli del Cristo nel vangelo di Giovanni
vengono chiamati "segni" e non "miracoli".
Il sesto segno è la guarigione di una persona nata
cieca, e tutto il testo continua a sottolineare il fatto che
è nata cieca; pensate voi che sia importante questo
fatto? Nella teologia tradizionale non ci si dà importanza
più di tanto, anche perché gli altri tre vangeli
parlano di guarigioni senza neanche riferire che ci sia un
cieco nato.
Faccio un'introduzione, questa sera,
prima di entrare dentro questo evento bellissimo: uno dei
tratti fondamentali dell'operare del Cristo –
cosa che avviene in questo momento e sempre – è
di ridare la vista a esseri umani che sono nati ciechi. Occuparci
del vangelo, occuparci del fatto che il Cristo dà,
ridà la vista a un cieco nato, per noi può essere
interessante soltanto se cogliamo l'aspetto fondamentale
che ci riguarda tutti, uomini e donne: e cioè che essere
uomini significa strutturalmente essere nati ciechi. Perché
se noi non siamo tutti nati ciechi, allora non ci riguarda
il fatto che il Cristo guarisca un cieco nato. Non mi riguarda
se non sono io... |