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che un uomo, nel proprio sviluppo interiore, pervenga
a un punto tale da acquisire una diretta esperienza del
sovrasensibile, appartiene più al suo destino personale,
al suo compito individuale in seno all'umanità.
Al contrario, l’approfondirsi mediante il pensare
in una scienza dello spirito già esistente è
qualcosa che, da un lato ha molto poco di personale, dall’altro
può contribuire in massima misura a fondare comunità,
poiché il pensare è l’organo di comprensione
di ciò che è obiettivo, di ciò che
è universalmente valido.
Inoltre: di che utilità ci può
essere il fatto che aumenti il numero di coloro che hanno
percezioni nel sovrasensibile e contemporaneamente diminuisca
quello di coloro che, per mezzo del pensare, possono comprendere
ciò che è stato percepito nella sua obiettività
valida per tutti e atta a unire gli uomini?
In un’epoca di crescente atomizzazione sociale,
molte persone cercano più che mai – e più
che mai ne hanno urgente bisogno – ciò che
fonda comunità, ciò che crea unione in virtù
della propria obiettività.
Pietro Archiati (dalla prefazione) |