Oggi molti preferiscono
parlare di etica anziché di morale. Entrambi i
termini si riferiscono però alla stessa domanda
fondamentale: cos’è il bene e cos’è
il male? Cosa favorisce l’evoluzione dell’uomo
e cosa invece la ostacola?
Nei tempi antichi il fatto che il bene e il male fossero
qualcosa di universalmente valido era assolutamente fuori
discussione. Si era convinti dell’oggettività
della natura umana e si riteneva buono ciò che
la aiuta a progredire e cattivo ciò che la danneggia
o la distrugge.
Al giorno d’oggi sono in molti a considerare dogmatica
o intollerante la convinzione che la natura umana sia
qualcosa di oggettivo, e che di conseguenza anche il bene
e il male siano universalmente vincolanti. Per queste
persone non esiste alcun "diritto naturale",
ma solo accordi, determinati dall’epoca e dalla
cultura, su ciò che è permesso e su ciò
che è vietato.
Oltre a quella sulla natura dell’uomo, un’altra
questione fondamentale dell’etica è quella
relativa alla libertà. L’uomo è libero
o no nel suo agire? Può essere ritenuto responsabile
delle sue azioni o in lui agiscono di necessità
le forze della natura? Se un uomo non è libero
di evitare un'azione distruttiva o proibita, essa non
potrà essergli addebitata e neppure essere definita
cattiva dal punto di vista morale. Un uomo che non sia
libero di essere buono non può essere cattivo.
[...]
Pietro Archiati nell'estate 2007
(dalla prefazione)
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