[...] Le presenti conferenze
vertono sulla ricerca della verità. Sempre più
esseri umani, oggi, si considerano sostenitori illuminati
della tolleranza e giudicano intolleranti coloro che affermano
l'esistenza di una verità oggettiva, valida e definitiva
per tutti. Però vi sono anche coloro i quali osservano
rigidamente i dogmi della tradizione, o che sulla base
di poche scarse astrazioni ritengono di aver trovato la
verità definitiva.
Queste conferenze spiegano che è possibile evitare
da un lato il rigido dogmatismo, dall'altro il misero
relativismo. Esse descrivono lo sviluppo interiore attraverso
cui l'uomo supera entrambi gli estremi, intuendone la
loro povertà spirituale: la povertà del
dogmatico è il difetto dell'unilateralità,
che consiste nel vedere solamente alcuni elementi della
realtà, generalizzandoli. La povertà ancora
più misera del relativista è quella di ritenere
assolutamente vero un solo dogma, è cioè
che niente è vero in assoluto.
E come si trova quella ricchezza che fa superare ogni
povertà? La vita si arricchisce se l’uomo,
nell'anelare alla totalità, diventa un
instancabile ricercatore della verità. A ciò
è sufficiente, in fondo, la convinzione che ciascuna
singola cosa o fenomeno – per non parlare della
totalità del mondo – sia inesauribile e che,
se osservata dai fronti più diversi, sia sperimentabile
nei modi più svariati.
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Pietro Archiati (dalla prefazione) |
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