"...Ricordo che fiabe, leggende,
saghe e miti non sono il frutto di una generica fantasia
popolare, come afferma la nostra cultura, ma sono il portato
di una visione spirituale: i rapsodi, gli aedi, i cantori
o i menestrelli, e perfino i giullari che girovagavano per
i villaggi e venivano anche accolti nelle corti medievali,
erano i portatori di queste narrazioni che venivano comunicate
dagli iniziati; oppure, sotto le spoglie di questi personaggi
si celavano gli iniziati stessi: come persone semplici,
a volte anche strambe all’apparenza, traducevano le
loro visioni spirituali in immagini intessendole in un racconto..."