|
Il primo pensiero
in fatto di malattia e di salute e guarigione è
che, quando si fa un'analisi istologica, per vedere
al microscopio una cellula, la devo tirare fuori dal corpo.
Se tiro una cellula fuori dal corpo, che cosa ho? Il contesto
di forze vitali, il contesto di forze dell'anima,
il contesto di realtà dello spirito non ci sono
più ed io ho un pezzettino di materia, ma è
materia morta. Il vitale non c'è più
dentro, perché l'ho tirata fuori dall'organismo.
Una cellula è intrisa di forze vitali soltanto
dentro l'organismo, quando io la tiro fuori, non
è più la stessa realtà. Una cellula
è intrisa di forze dell'anima solamente quando
è dentro l'organismo, se la tiro fuori per
fare un'analisi in chiave di anatomia, non è
più la stessa realtà. E se non c'è
dentro operante la realtà dello spirito, non è
più la stessa realtà.
Il vitale… diciamo, una persona sana è vivente,
vive bene. Cosa vuole dire essere vivente? Vivere sanamente?
Che differenza c'è tra un corpo normale di
noi che viviamo e un cadavere? Al cadavere, subito dopo
la morte, cosa manca? Da un punto di vista dell'anatomia
è rimasto tutto, però se è morto
deve essere sparito qualcosa, deve essere uscito qualcosa
per cui uno dice: ma finché era vivente cosa c'era
che adesso che è morto non c'è più?...
|